Occupazione ancora in calo, soprattutto per gli under 35. Gli unici che si salvano sono gli ultra cinquantenni
La povera edilizia non ha pace: alla finta ripresa (+0,9% nel 2017), percentuale che non riesce a nascondere un certo disagio fra gli osservatori, per non dire degli operatori, si deve anche aggiungere la perdita di posti di lavoro, che è cosa ancor peggiore.
Ma, sottolinea l’Ance, il peggio del peggio è che sono soprattutto i giovani a pagare il prezzo della crisi. Se negli ultimi dieci anni, come più volte sottolineato, sono stati perduti circa 600.000 posti di lavoro in edilizia, nello stesso periodo i lavoratori fino a 35 anni hanno subito una flessione del 69%, mentre fra gli operatori professionali dai 35 ai 50 anni la percentuale negativa è stata del 40%.
Queste percentuali sono doppiamente negative: i giovani, infatti, hanno una maggiore propensione alle novità, utilizzano più facilmente le moderne tecnologie, e sarebbero quindi portatori di innovazione, cosa che non avviene fra coloro i quali da trent’anni usano sempre gli stessi prodotti, le stesse soluzioni, in genere senza alcuna propensione al cambiamento, nemmeno in tema di sicurezza.