La Congiunturale dell’Ance parla di un 2017 ancora lievemente negativo, ma ci sono migliori prospettive per l’anno in corso. Sempre che si riesca a contrastare il vero problema, ovvero l’inefficienza della Pubblica amministrazione
Secondo la Congiunturale dell’Ance presentata ieri a Roma, Il 2017 è stato per le costruzioni “un anno di grande delusione”. In effetti, dopo tanti anni di purgatorio, ci si attendeva qualcosa di meglio. Si chiude invece con una seppur lieve flessione dello 0,1%. Dall’inizio della crisi (quindi dal 2008) la perdita complessiva rimane del 36,5%.
Migliori sono le previsioni dell’Ance per quest’anno che dovrebbe portare a una crescita del 2,4%, grazie alla ripresa dei lavori pubblici e delle nuove costruzioni, e naturalmente dal settore della ristrutturazione che continuerà a essere protagonista.
Da diverso tempo, le previsioni dell’Ance vengono disattese, certamente non da errori di valutazione del Centro Studi (il mercato potenzialmente è enorme) ma a causa dell’inefficienza delle procedure di spesa della Pubblica amministrazione. Le percentuali di crescita per questo 2018 sono quindi più che realistiche e la tiepida ripresa del settore delle nuove costruzioni potrà certamente contribuire a rendere stabile il segno positivo.
Per il resto, è anche realisticamente difficile ipotizzare che la PA improvvisamente cambi registro e che i fondi destinati si possano facilmente tradurre in cantieri. Chi è abituato a pensare male, ci mette un attimo a pensare che è facile annunciare lo stanziamento delle risorse, tanto poi ci pensa la burocrazia a fermare tutto. E anche questo, purtroppo, è storia.