L’Ance compie settant’anni, ma la congiuntura di settore non fa regali. Ne ha parlato il suo presidente che invita alla cooperazione
“Avevamo pensato che quello in corso potesse essere l’anno della svolta e invece i segnali che arrivano sia dal comparto delle infrastrutture che dal mercato privato non sono per nulla confortanti”. Con queste parole, il presidente di Ance Claudio De Albertis è intervenuto all’incontro dedicato ai settant’anni dalla fondazione dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili che si è svolto a Milano, presso la Triennale.
Festeggiamenti un po’ amari forse, per colpa di una congiuntura non proprio soddisfacente, ma la riflessione riguarda il futuro, che va comunque affrontato con realismo e anche coraggio; “dobbiamo guardare ai problemi in modo complessivo, ha aggiunto De Albertis. L’ultima legge di stabilità sicuramente ha introdotto alcuni provvedimenti importanti ma servono iniziative di respiro più lungo. Questo vuol dire ridare fiducia al mercato e dare una svolta vera al nostro Paese”.
Ma l’adeguamento alle nuove logiche, ha continuato De Albertis, “richiede crescenti competenze, imprese in grado di interagire e di usare strumenti di interoperabilità per aumentare l’efficienza e l’efficacia di tutta la filiera delle costruzioni”.
In buona sostanza, e come avviene per ogni associazione di categoria, è oggi indispensabile un’apertura verso altre realtà. La collaborazione fra “specializzazioni”, che vada oltre le logiche ormai stravecchie e inattuali della conquista delle poltrone, può essere una interessante carta da giocare per dare impulso ma anche competenza al nostro mercato.
