Mala Tempora Currunt

26/06/17

Mala Tempora Currunt

Lo Studio Pagamenti di Cribis, su un campione di 8.500 imprese, fa emergere una situazione pagamenti negativa che non risparmia nessuno, con la GDO ai primi, negativi, posti

Sarà anche uno spauracchio, ma non sono tutte rose e fiori per la GDO: secondo lo “Studio Pagamenti” realizzato da Cribis, solo un’impresa su cinque riesce a pagare i fornitori alla scadenza delle fatture.

Il risultato è ancora più eclatante se si considera che la media nazionale dei bravi pagatori è del 35,6%: con il suo 16%, la GDO evidenzia un netto ritardo.

Se poi inseriamo la DGO nazionale nel contesto europeo, scopriamo che le organizzazioni commerciali nel nostro paese sono all’ultimo posto in Europa, sia nei pagamenti alla scadenza, con solo il 15,6% di aziende puntuali, sia nei ritardi gravi, con il 18,8% di aziende che saldano le fatture con oltre un mese di ritardo. Primi in Europa, al solito, i tedeschi, con il 76,5% di imprese puntuali e soltanto l’1,1% di imprese gravemente ritardatarie. Bene anche Olanda e Ungheria.

 

 

Grande distribuzione, paga nei tempi solo una su cinque

Lo spettro della grande distribuzione disturba il sonno dei commercianti tradizionali, con un punto vendita o poco più. Eppure la grande distribuzione starebbe attraversando un periodo di difficoltà. Di sicuro non riesce a far fronte ai pagamenti con regolarità. 

Secondo Cribis, per esempio, solo il 16% degli operatori del settore, cioè meno di un’impresa su cinque, ha saldato i fornitori alla scadenza, un risultato lontano quasi 20 punti percentuali dalla media nazionale (pari al 35,6%). Cattive notizie arrivano anche dai ritardi gravi, le fatture saldate oltre 30 giorni dopo i termini pattuiti, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese: ben il 17,9% dei pagamenti sono arrivati con grave ritardo, quasi sei punti sopra alla media italiana (pari al 12%). Il 66,1% delle aziende, invece, ha saldato i debiti entro un mese dai termini concordati.

I dati sono contenuti nello Studio Pagamenti, aggiornato a fine marzo 2017, realizzato da Cribis, società del Gruppo Crif, specializzata nelle business information, che ha studiato i comportamenti di pagamento delle circa 8.500 imprese della grande distribuzione. 

Rispetto a sette anni fa i pagamenti alla scadenza sono diminuiti del 24,9%, i ritardi entro i 30 giorni sono cresciuti del 5,9%, mentre le dilazioni oltre il mese segnano +9,8%. Tuttavia, il trend sembra in miglioramento: in un anno i pagamenti puntuali sono cresciuti del 2,1% e i ritardi gravi sono scesi 13,5%.

Le aree a più alta concentrazione di imprese del comparto della grande distribuzione sono il Sud e Isole (50,3%) e il Centro (23,9%), seguite dal Nord Ovest (13,6%) e dal Nord Est (12,2%), mentre le regioni con maggiore presenza di aziende attive nella grande distribuzione organizzata sono il Lazio (15,3%), la Campania (13,3%) e la Sicilia (12,5%). Gli operatori del settore sono principalmente micro (52,8%) e piccole imprese (42,2%), con una piccola quota di medie e grandi imprese (5%), e sono suddivise in supermercati (92,6%), grandi magazzini (6,7%) e magazzini di articoli vari (0,7%). Proprio l’area del Sud e Isole registra la situazione più critica, con soltanto il 10,2% di imprese puntuali e ben il 26,9% di ritardi gravi. La situazione migliora man mano che si risale lo Stivale, con le imprese del Centro puntuali nel 18,9% dei casi ma con un tasso di ritardi gravi ancora elevato (14,1%), e le imprese del Nord Ovest leggermente meno puntuali delle colleghe del Centro (16,4%) ma più virtuose dal punto di vista dei ritardi gravi (9,3%). Gli operatori del Nord Est, infine, sono i più virtuosi, con il 28,1% di pagamenti alla scadenza e soltanto il 6% di fatture saldate a più di un mese di distanza dai termini pattuiti.

Grande distribuzione, scaffali

Olanda porto sicuro

Nonostante i timidi segnali di miglioramento sul fronte nazionale, la situazione dei pagamenti nella grande distribuzione organizzata a livello internazionale rivela tutta la debolezza delle imprese italiane. L’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa sia nei pagamenti alla scadenza, con appena il 15,6% di aziende puntuali, sia nei ritardi gravi, con ben il 18,8% di operatori che saldano le fatture con oltre un mese di ritardo. In entrambi i casi la classifica europea è guidata dalla Germania, con ben il 76,5% di imprese puntuali e soltanto l’1,1% di imprese gravemente ritardatarie. Sul podio dei paesi europei più virtuosi anche l’Olanda, con il 62% di aziende puntuali, e l’Ungheria, puntuale nel 52,7% dei casi, mentre fra i primi tre paesi europei meno ritardatari troviamo nuovamente l’Olanda (1,3% di ritardi gravi) e la Repubblica Ceca (3%). Buon risultato per la Spagna (51,8% di aziende puntuali e 8,4% di ritardi gravi), mal e invece Francia (26,2% e 8,8%), Regno Unito (26,2% e 13,2%) e Portogallo (18,9% e 18,5%), stabilmente nella metà bassa della classifica. Negli Stati Uniti le imprese che rispettano i termini concordati rappresentano il 44,1% del totale, mentre i ritardi gravi si attestano al 9,1%. Performance simili alle aziende del Canada, puntuali nel 21,7% dei casi e gravemente ritardatarie nel 7,8%. Percentuali di pagatori regolari piuttosto contenute per il comparto GD/DO in Asia con valori inferiori al 20% per Cina, Tailandia e Filippine.

«Una delle grandi differenze tra il nostro Paese e i best performer nell’analisi dei comportamenti di pagamento è nell’attenzione che tradizionalmente viene posta nella gestione del credito. Basti considerare cosa accade in Germania in riferimento all’utilizzo dei servizi per la gestione del credito la cui diffusione è maggiore rispetto al nostro Paese nonostante la situazione sia migliore. Dal nostro osservatorio che prende in considerazione 15.000 clienti appartenenti a diversi settori, rileviamo che la crisi ha fatto entrare la cultura del credito molto più in profondità nelle imprese italiane. E questa è una buona eredità di questi anni difficili», commenta Marco Preti, Amministratore delegato di Cribis. «La variabile che per noi è più significativa è rappresentata dai gravi ritardi, cioè dai ritardi oltre i 30 giorni medi. Ritardi d i questa entità, infatti, possono creare problemi rilevanti alla gestione della cassa delle aziende fornitrici e per questo è la variabile più importante per valutare le performance e lo stato di salute di un settore. A fine 2010 la Gdo mostrava una percentuale del 16%, l’ultima rilevazione (Q1 2017) si attesta quasi al 18%. Ma nel 2010 la media nazionale valeva il 5% con la Gdo superiore di oltre tre volte. Oggi la distanza dalla media nazionale (che vale il 12%) si attesta a poco meno di 6 punti percentuali; le distanze si stanno notevolmente accorciando. Diversa la situazione in comparti attigui. Il commercio al dettaglio valeva nel 2007 il 7%, l’ultima rilevazione indica il 18%. Così come l’horeca che è partito dal 10% nel 2010 per raggiungere oggi il 25%. Il trend della Gd-Do è quindi migliore di molti altri settori. Stesso trend per i fallimenti. Sicuramente siamo lontani dai livelli pre crisi con un’incidenza molto superiore. In ogni caso, dopo il picco negativo del 2014, la situazione sta migliorando».

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