Un’Agenzia per il monitoraggio delle infrastrutture è una delle iniziative del ministero delle Infrastrutture, annunciato ieri in TV dal ministro Toninelli
Sarà lo spiccato accento lombardo, un curioso mix fra bresciano e bergamasco, ma quando il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli parla di edilizia e di costruzioni vien subito da credergli: questo le sa, perché arriva dalla terra che più di ogni altra ha prodotto manodopera (e non solo) edile.
Così, quando ieri in TV ha annunciato (“una chicca” ha detto) la nascita dell’Agenzia per le infrastrutture, con l’obiettivo di “passare dalla logica dell’emergenza a quella della prevenzione” il primo impulso è stato quello di esultare come quando la tua squadra del cuore ha fatto un gol.
Prevenzione significa infatti anche manutenzione, quella parola che per decenni è stata dimenticata, fatto che ha portato alle situazioni che tutti conosciamo. Ora, dall’ignorare completamente il deterioramento delle nostre infrastrutture al monitoraggio continuo via satellite il passo sembra un filino esagerato. E questo è il punto debole della politica, che deve sempre forzatamente stupire. A noi basterebbe infatti che i controlli venissero fatti veramente, che gli interventi di ripristino – ristrutturazione – demolizione e ricostruzione avvenissero senza eccessivi ritardi, con la logica della qualità e senza sprecare denaro pubblico.
Che il nostro ministro, con la sua onestà d’antan, sia entrato da poco nel magma spesso mefitico della politica si è notato dall’emozione con cui ha presentato le sue iniziative. Per questo e per il suo accento edile gli vogliamo bene. Così bene da ricordargli che i problemi sono purtroppo appena iniziati.
