Fermi grazie alla pubblica amministrazione

25/02/18

Fermi grazie alla pubblica amministrazione

Dalla congiunturale ANCE notizie così così. La burocrazia continua a comandare e frustra gli interventi e i sostegni finanziari per favorire la crescita. Negli ulotmi dieci anni sono stati persi 60 miliardi di investimenti in infrastrutture

A chiudere un 2017 pieno di contraddizioni, dal punto di vista congiunturale arriva la ricerca dell’Ance  – presentata a Roma lo scorso 21 febbraio – e le notizie sono quelle che ci aspettavamo. Non brutte, non belle, con una leggera predominanza delle prime. In sostanza, come aveva già anticipato la congiunturale di Gruppo Made, e quindi il Cresme e anche altri osservatori, il mercato galleggia, aggiungiamo con fatica.

Qualche numero nudo e crudo: gli investimenti in costruzioni, nel 2017, hanno fatto registrare un lieve calo (-0,1%). Non è una tragedia, ma non è nemmeno un principio di ripresa. la crisi degli ultmi dieci anni ha fato perdere 60 miliardi di investimenti in infrastrutture. Le nuove costruzioni, che si sentiva dire fossero in ripresa, per l’Ance hanno perso un ulteriore 0,7%. Unico, eterno baluardo, la ristrutturazione (+0,5%) un incrementino che non modifica il risultato finale e non riesce a compensare il calo generale.

Il problema vero, ciò che in sostanza deve far riflettere, è che se sono stati stanziati notevoli capitali (fra ecobonus, risparmio energetico, finanziamenti per le opere pubbliche, eccetera) e siamo messi così, c’è da chiedersi come saremmo se non ci fossero stati (e se non ci fossero) questi incentivi.

Che cosa non funziona? La risposta è sempre la stessa ed è la medesima per tutti gli osservatori: la Pubblica amministrazione (che sempre stato è) latita, un vero freno alla crescita del settore, e quindi del paese. Da una parte i politici (tutti) firmano per incentivare, poi ci Pensa la PA a bloccare tutto, con ritardi e impicci burocratici che neanche nel Terzo Mondo (siamo sicuri di non appartenere anche noi al novero dei paesi in via di sviluppo?).

Comunque: per il ,settore dei lavori pubblici c’è un calo del 3%. I comuni, che sono senza soldi, hanno ridotto la spesa per investimenti in opere pubbliche del 7,4%. Le scelte di politica economica sono quindi frustrate dalla PA, poi lo scorso anno ci si è messo pure il nuovo Codice degli appalti a rallentare le gare di progettazione.

Per concludere speranzosi, l’Ance prevede un 2018 un po’ meno deludente: il settore del nuovo dovrebbe aumentare del 2,8%, la ristrutturazione dovrebbe salire all’1,5%. Poverella, negli ultimi dieci anni ha tenuto in piedi la baracca con un incremento del 20,9%. Speriamo in bene.

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