Dopo 33 trimestri con segno meno, finalmente arriva un rosicchiato segno positivo negli investimenti in costruzioni. Una goccia nel mare che fa bene allo spirito, ma quel che serve ancora non c’è
Il Pil aumenta (nei primi tre mesi di quest’anno siamo circa al +1% rispetto allo stesso periodo del 2015), ma per il settore delle costruzioni ci vuole ben altro. Se guardiamo alle linee generali, nei primi tre mesi del 2016 gli investimenti in costruzioni arrivano allo 0,8%, in compenso meglio anche se si poco le macchine e le attrezzature, e da marzo 2015 a marzo 2016 gli investimenti in costruzioni raggiungono un misero 0,2% di incremento. I dati sono quelli dell’Ufficio Studi di Confartigianato, su base Istat.
La criticità non è tanto nella bassa percentuale di incremento – veniamo da otto anni di crisi e questo 0,2% arriva dopo 33 trimestri di segno negativo – piuttosto dalla mancanza di prospettive concrete. L’Ance stessa ha manifestato la sua delusione, e sappiamo che anche il mercato della distribuzione edile un po’ arranca fra alti e bassi (più i secondi). Certamente, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, la sola ristrutturazione non è sufficiente: bene le politiche per la salvaguardia del suolo, bene gli incentivi per l’efficienza energetica e gli eco bonus, ma da anni dobbiamo fare i conti con la mancanza di una efficace programmazione di edilizia sociale che, ogni giorno, diventa più urgente.