Messa in sicurezza e riqualificazione, lotta all’abusivismo: il governo pensa a sgravi per chi abbatte gli edifici non in regola
Volendo, ci sarebbe anche di che scandalizzarsi, ma siamo uomini di mondo, del nostro paese in particolare, quindi avvezzi a una certa elasticità mentale (e normativa) che fa di noi uno dei popoli più fantasiosi del globo. La proposta è di premiare con sgravi fiscali chi deciderà di abbattere gli edifici abusivi da lui costruiti, ed eventualmente, secondo determinati paletti, ricostruirli tenendo conto della sicurezza (antisismica, eccetera).
Premesso che, a rigor di logica, un edificio abusivo costruito in zona “protetta” rimane abusivo anche se è un modello costruttivo virtuoso, diciamo che va bene, visto che si sono anche inventati “l’abusivismo per necessità”. Forse più interessanti, dal punto di vista pratico, sono i dati che arrivano dall’indagine di Casa Italia, relativi alle zone a rischio idrogeologico: un censimento degli edifici costruiti prima del 1970, che si avviano quindi ai cinquant’anni, che sono stati edificati senza tener conto delle norme anti sismiche. Si parla di quasi 570 mila unità, distribuite in 643 comuni e quasi il 60% si trovano in Calabria e Sicilia, dove l’abusivismo edilizio è maggiormente diffuso.